Piazza della Signoria, 10
Firenze (FI)
C’era una volta la Firenze ‘classica’, ora verace e ora retorica, delle trattorie e del ‘mangiare’ fiorentino, che piaceva tanto al popolo dei residenti quanto ai turisti. E c’è ancora, ci mancherebbe. Ma su di essa e sulla città intera incombe ormai una nuova classicità, quella dettata dal maistream internazionale, ove a fare la differenza non è più la tipicità riconosciuta, ma la convergenza tra l’eccezionalità della location e le cucine del mondo.
Di tutto ciò la Gucci Osteria è, fin dal nome (e dalla maison), un esempio perfetto e anche cromaticamente scoppiettante: qui i trend gastronomici, architettonici ed estetici si incontrano per volontà esplicita. I sapori d’Italia, America Latina ed Estremo Oriente vanno così in tavola in un allegro crossover, assecondando l’estro trasversale e ‘contaminato’ degli chef (supervisionati da Massimo Bottura): non mancano naturalmente, né potrebbero, gli ‘inchini’ alla toscanità ufficiale, come la tagliata di Chianina con tartufo nero e Brunello (‘inquinata’ però col caviale) o il cannolo al ragù battuto a coltello con ricotta salata e fagioli cannellini; ma l’ortodossia sfuma presto in nuovi classici come le animelle con funghi e quinoa o la tostada di mais viola con palamita dell’Adriatico.
L’ambiente è glamour quanto basta, mentre il servizio è composto. La cantina è assai ricca e variegata sia per stili sia per provenienze. Vari i menu degustazione, dai 150 ai 200 euro. Alla carta se ne spendono circa 170.