Toscana a Tavola

Il ristorante Cibreo è una istituzione nella città medicea, alla stregua della cupola del Brunelleschi e del David di Michelangelo. Qui, ogni giorno, dal 1979, si celebra, con grande riscontro di pubblico, il trionfo della cucina fiorentina. Un ‘reame’ rassicurante quello che l’indimenticato Fabio Picchi ha edificato e che ha trasmesso alla nuova generazione. Una generazione che, seguendo il solco paterno, ha continuato a portare avanti questa proposta di tradizione (che muta con le stagioni) eseguita in modo poeticamente sublime.

Così, seduti in confortevoli ambienti d’antan ricchi di calore familiare, si possono gustare zuppe (ribollita «battuta») e sformati (alla ricotta e biete su leggera salsa di pomodoro), carni (coniglio arrosto ripieno) e pesci del vicino Tirreno (zuppa di cernia «passata»), in una proposta da cui sono bandite astrusità e involuzioni cerebrali. I piatti, preceduti da una ‘girandola’ di piccoli assaggi che prepara e intriga il palato, incedono con sicurezza ed eleganza, senza leziosismi o pesantezze, come in una sorta di contemporaneo vocabolario della Crusca gastronomica.

La generale cordialità del servizio contribuisce ad aumentare il piacere. La carta dei vini è ampia, e si concentra soprattutto sui grandi toscani. Il conto si attesta intorno ai 90 euro. A fianco, ad aumentare l’offerta, sorgono il Cibleo (locale che genialmente fonde la cucina tipica con influssi orientali) e la Trattoria del Cibreo (con cucina più immediata e prezzi più contenuti).