— Trattoria Da Burde
Via Pistoiese, 154
Firenze
Trattoria Da Burde
Turno di chiusura: domenica; a cena da sabato a giovedì
Ferie: variabili
Una trattoria toscana vera, senza fronzoli, senza artifici, senza sofisticherie, ma forte di una qualità d’insieme talmente elevata da staccare di netto la maggior parte dei concorrenti. La cucina di Paolo Gori fa leva su materie prime selezionate con estrema cura e su un’interpretazione ortodossa delle ricette regionali che dimostra profonda cultura gastronomica.

Una trattoria toscana vera, senza fronzoli, senza artifici, senza sofisticherie, ma forte di una qualità d’insieme talmente elevata da staccare di netto la maggior parte dei concorrenti. La cucina di Paolo Gori fa leva su materie prime selezionate con estrema cura e su un’interpretazione ortodossa delle ricette regionali che dimostra profonda cultura gastronomica. # Le grandi bistecche, cotte da manuale sulla griglia a carbone, fanno la felicità dei carnivori; ma le maggiori soddisfazioni arrivano dalle cotture lunghe: i bolliti, gli arrosti, gli umidi, tra i quali figurano due campioni di ‘fiorentinità’: la trippa alla fiorentina e il lampredotto in zimino. Il vero baricentro della carta, però, non sta nemmeno lì, ma nelle zuppe e nelle minestre, capolavori di cucina ‘povera’: minestra di farro e fagioli; ribollita; farinata gialla con cavolo nero; ‘carabaccia’; pappa al pomodoro. # L’altra faccia di Burde, quella più mediatica, è impersonata da Andrea Gori, fratello di Paolo: «sommelier, oste, giornalista, scrittore, organizzatore di eventi», cultore dell’universo dello Champagne e talent scout di vini toscani. Nelle sue mani una cantina sterminata, in grado di soddisfare qualsiasi palato, anche il più esigente. Gli orari di apertura sono quelli che non ti aspetti: sei giorni su sette a pranzo, uno solo a cena: non il sabato, come sarebbe prevedibile, ma il venerdì. Doveroso sottolineare la moderatezza del conto: fra i 30 e i 40 euro, bistecche e, soprattutto, vino a parte.