— Zeb
Via San Miniato, 2/R
Firenze (FI)
Zeb
Turno di chiusura: mercoledì; domenica sera
Ferie: variabili
Tutti seduti intorno a un ampio bancone (di tavoli ce ne è solo uno, per quattro persone, e va prenotato) si gustano i piatti del giorno, presentati su una lavagna e raccontati con passione e dovizia di particolari.

Z(uppa) e b(ollito) – da qui l’acronimo del nome – come cucina festiva fiorentina comanda: ecco la spiegazione del nome di questa bella gastronomia-ristorante che di territorio e tradizione ha elevato il canone culinario non solo il giorno della domenica ma tutti i giorni che Nostro Signore manda in terra. Sicché, per partecipare a questa festa della gola è sufficiente raggiungere la medievale Porta San Miniato. Lì, all’ombra della torre merlata, una madre e un figlio, Giuseppina e Alberto Navari, hanno trasformato un’onesta attività di quartiere in un locale curato e dalla bella atmosfera.

Tutti seduti intorno a un ampio bancone (di tavoli ce ne è solo uno, per quattro persone, e va prenotato) si gustano i piatti del giorno, presentati su una lavagna e raccontati con passione e dovizia di particolari. Rimane solo da superare l’indecisione: cosa ordinare? I pici al ragù di Chianina o la ribollita? Il peposo o la trippa? L’involtino di manzo stufato o il coniglio ripieno arrosto? Quale che sia la scelta non si potrà che rimanere soddisfatti perché la materia prima è di valore, la conoscenza delle ricette regionali approfondita e la mano in cucina felice e assai leggiadra, soprattutto in quei ‘piatti vernacolari’ ove sarebbe facile cadere nell’eccesso di pesantezza.

Inutile chiedere la carta dei vini. Ciò che si vuole bere va scelto guardandosi intorno. E da guardare ce ne è, perché le pareti sono tappezzate di bottiglie (di produttori toscani, italiani e francesi, più e meno noti), proposte a prezzi corretti. Il conto, per tre piatti e un dolce, supera di poco i 55 euro.