Via Rosa Scoti Franceschi, 12
Bibbiena (Ar)
Se la tradizione, soprattutto quella meno appariscente e geograficamente più defilata, ha un suo invincibile fascino, essa trova senza dubbio casa in questo ristorante dall’atmosfera calda e familiare, capace di mescolare, senza infingimenti né compiacimenti, il buon gusto dell’ambiente con la schiettezza dei sapori e la veracità della cucina. Il Casentino, del resto, è a volte un mondo tutto da scoprire anche per i toscani delle aree più ‘nobili’ della regione, che qui possono trovare un approdo affidabile e la giusta atmosfera familiare.
La carta del locale (che in calce riporta puntigliosamente l’elenco dei fornitori) è infatti una sorta di silloge delle eccellenze del territorio: il carpaccio di trota fario marinata al Gin di Vallombrosa racchiude in sé l’anima incontaminata dei torrenti appenninici e il senso della sapienza monastica. I ravioli di fagiano al timo e maggiorana con brodo ristretto dello stesso fagiano rammentano il desco delle antiche fattorie accerchiate dai boschi. Sa invece del fornello di vecchie fantesche il petto di piccione arrostito con la sua coscia croccante farcita del suo fegato e scalogno. Tra i dolci, da assaggiare il lattaiolo nel suo caramello. Un’attenta selezione di formaggi del territorio e i salumi di maiale grigio della macelleria Fracassi completano il quadro.
La carta dei vini è prevalentemente regionale, ma accattivante. Il conto si attesta intorno ai 50 euro.