— Hotel Four Seasons – Il Palagio
Borgo Pinti, 99
Firenze (FI)
Hotel Four Seasons – Il Palagio
Turno di chiusura: domenica; a pranzo
Ferie: due settimane in inverno
A costruire la proposta di cucina è Paolo Lavezzini che, forte delle importanti esperienze maturate nelle brigate di chef del calibro di Alain Ducasse o di Annie Féolde, si basa su ingredienti di stagione per creare un percorso che, con classe innata e tecnica sopraffina, si sposta dalla campagna al mare.

Non molto distante dalla Galleria dell’Accademia, si trova il magnifico hotel Four Seasons, simbolo del lusso a Firenze. Il parco con piscina e sculture, le gallerie affrescate e le innumerevoli stanze istoriate, travolgono l’ospite con inebriante opulenza. Bellissimo il chiostro interno con bassorilievi, la sala chiara con il pavimento a scacchiera e i lampadari in cristallo. Memorabili poi le cene, serviti da un apposito maggiordomo, all’interno della cappella affrescata del XV secolo o nella villa dove pare che Leonardo abbia dipinto la sua Gioconda, circondati da fiori e candele, o ancora nel tavolo allestito in terrazza con vista o sotto al faggio secolare.

A costruire la proposta di cucina è Paolo Lavezzini che, forte delle importanti esperienze maturate nelle brigate di chef del calibro di Alain Ducasse o di Annie Féolde, si basa su ingredienti di stagione per creare un percorso che, con classe innata e tecnica sopraffina, si sposta dalla campagna al mare. Ecco quindi pietanze come la declinazione di sedano rapa e aglio nero o la lingua di vitello con scampi crudi al ginepro, zenzero e yuzu. Si omaggia la Toscana con gli agnolotti di galletto alla livornese con Parmigiano Reggiano, aglio e salicornia ma anche con l’agnello del Casentino con lenticchie e tartufo nero. Dal pasticcere invece belle soddisfazioni a fine pasto, con la cialda croccante di fave di cacao con grano saraceno e nespole primaverili.

Il servizio è eccelso e la cantina assai vasta, e molto profonda nel reparto ‘grandi toscani’. Due sono i menu: «L’incontro», cinque piatti a 150 euro, e «Gherardesca», 7 piatti a 190 euro. Alla carta ci si attesta oltre i 120.